
Mercato Immobiliare e dazi americani: nessuna paura in Italia e in Europa
Il settore immobiliare europeo, e in particolare quello italiano, sembra per ora resistere senza scossoni all’ombra dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Ma quali sono i reali effetti sul Real Estate?
Real Estate e dazi: due mondi (quasi) separati
A differenza di altri settori produttivi, il Real Estate non è un bene trasportabile, né soggetto a tassazione diretta alla frontiera. Gli annunci del presidente USA Donald Trump in tema di dazi, seppur di forte impatto mediatico, non sembrano quindi colpire direttamente il comparto immobiliare.
L’eventuale effetto dei dazi sull’immobiliare si avrebbe solo indirettamente, nel caso in cui venissero coinvolti materiali da costruzione o materie prime energetiche. Al momento, tuttavia, tali voci restano escluse dai provvedimenti.
Investitori istituzionali: opportunità di crescita nel Real Estate europeo
Secondo Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, lo scenario attuale potrebbe rivelarsi positivo per gli investimenti istituzionali. A differenza della crisi del 2010, nata da un tracollo finanziario, oggi i flussi economici globali restano stabili. Questo spinge i grandi investitori a cercare asset più sicuri, e l’immobiliare – in particolare uffici e logistica – rappresenta una scelta strategica.
In questo contesto, i Paesi europei come Germania, Francia, Inghilterra e Italia diventano sempre più attrattivi. L’Italia, ad esempio, ha chiuso l’ultimo anno con quasi 10 miliardi di euro di investimenti immobiliari, un trend che – secondo gli esperti – è destinato a consolidarsi.
Anche la Spagna registra una forte crescita nel comparto immobiliare, segno che la fiducia degli investitori rimane alta, nonostante l’incertezza geopolitica globale.
Famiglie e mutui: attenzione all’inflazione e ai tassi
Diverso è il discorso per le famiglie e i piccoli risparmiatori. L’effetto dei dazi sull’economia reale potrebbe tradursi in un impatto indiretto sull’immobiliare residenziale, soprattutto se verranno colpiti i settori manifatturieri fortemente esposti verso l’export USA.
Se le tensioni commerciali dovessero provocare una contrazione dell’occupazione e dei redditi, la domanda immobiliare potrebbe subire un rallentamento. Tuttavia, in uno scenario di tassi d’interesse bassi o in calo, i mutui restano accessibili, incentivando l’acquisto di abitazioni.
Il vero rischio? Un ritorno dell’inflazione, che costringerebbe le banche centrali ad alzare i tassi. Questo scenario potrebbe ridurre la domanda di credito e frenare le compravendite, soprattutto quelle legate allo sviluppo di nuove costruzioni e pipeline immobiliari.
Occhio ai segnali
In sintesi, i dazi USA non preoccupano direttamente il Real Estate, almeno per ora. Il comparto continua a rappresentare un rifugio sicuro per gli investitori istituzionali, mentre per le famiglie molto dipenderà dall’evoluzione macroeconomica e dai tassi d’interesse.

Mercato Immobiliare e dazi americani: nessuna paura in Italia e in Europa
Il settore immobiliare europeo, e in particolare quello italiano, sembra per ora resistere senza scossoni all’ombra dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Ma quali sono i reali effetti sul Real Estate?
Real Estate e dazi: due mondi (quasi) separati
A differenza di altri settori produttivi, il Real Estate non è un bene trasportabile, né soggetto a tassazione diretta alla frontiera. Gli annunci del presidente USA Donald Trump in tema di dazi, seppur di forte impatto mediatico, non sembrano quindi colpire direttamente il comparto immobiliare.
L’eventuale effetto dei dazi sull’immobiliare si avrebbe solo indirettamente, nel caso in cui venissero coinvolti materiali da costruzione o materie prime energetiche. Al momento, tuttavia, tali voci restano escluse dai provvedimenti.
Investitori istituzionali: opportunità di crescita nel Real Estate europeo
Secondo Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, lo scenario attuale potrebbe rivelarsi positivo per gli investimenti istituzionali. A differenza della crisi del 2010, nata da un tracollo finanziario, oggi i flussi economici globali restano stabili. Questo spinge i grandi investitori a cercare asset più sicuri, e l’immobiliare – in particolare uffici e logistica – rappresenta una scelta strategica.
In questo contesto, i Paesi europei come Germania, Francia, Inghilterra e Italia diventano sempre più attrattivi. L’Italia, ad esempio, ha chiuso l’ultimo anno con quasi 10 miliardi di euro di investimenti immobiliari, un trend che – secondo gli esperti – è destinato a consolidarsi.
Anche la Spagna registra una forte crescita nel comparto immobiliare, segno che la fiducia degli investitori rimane alta, nonostante l’incertezza geopolitica globale.
Famiglie e mutui: attenzione all’inflazione e ai tassi
Diverso è il discorso per le famiglie e i piccoli risparmiatori. L’effetto dei dazi sull’economia reale potrebbe tradursi in un impatto indiretto sull’immobiliare residenziale, soprattutto se verranno colpiti i settori manifatturieri fortemente esposti verso l’export USA.
Se le tensioni commerciali dovessero provocare una contrazione dell’occupazione e dei redditi, la domanda immobiliare potrebbe subire un rallentamento. Tuttavia, in uno scenario di tassi d’interesse bassi o in calo, i mutui restano accessibili, incentivando l’acquisto di abitazioni.
Il vero rischio? Un ritorno dell’inflazione, che costringerebbe le banche centrali ad alzare i tassi. Questo scenario potrebbe ridurre la domanda di credito e frenare le compravendite, soprattutto quelle legate allo sviluppo di nuove costruzioni e pipeline immobiliari.
Occhio ai segnali
In sintesi, i dazi USA non preoccupano direttamente il Real Estate, almeno per ora. Il comparto continua a rappresentare un rifugio sicuro per gli investitori istituzionali, mentre per le famiglie molto dipenderà dall’evoluzione macroeconomica e dai tassi d’interesse.